Il paradosso dell'Obesità
Il paradosso dell'obesità
L'obesità è comunemente considerata un fattore di rischio per i problemi cardiovascolari. C'è evidenza scientifica che tutto l'insieme delle malattie cardiovascolari sia aggravato dall'obesità, comprese le malattie coronariche, l'ipertensione, l'ictus, lo scompenso cardiaco, i problemi vascolari periferici, le aritmie e la fibrillazione atriale.
La cosa però interessante per i pazienti obesi è che quelli con problemi cardiovascolari già presenti reagiscono agli eventi e alle procedure invasive meglio dei loro corrispettivi magri.
In un editoriale della famosa rivista JACC questo viene riportato come il “Paradosso della Obesità”.
Gli studi infatti riportano un risultato migliore dopo BY-PASS coronarico o inserimento di STENT.
Uno studio inglese ha riportato proprio una ridotta mortalità in pazienti obesi rispetto ai non obesi dopo procedure invasive.
Il parametro per definire l'obesità è il BMI o indice di massa corporea. Questo si calcola per ognuno facendo una semplice operazione: si divide il peso in Kg fratto il quadrato dell'altezza in metri.
Kg/Altezza in metri 2
Ma è più facile a farsi che a dirsi.
Ad esempio se un soggetto pesa 73 Kg ed è alto 1 metro e 75 l'operazione da fare sarà
73/1,75 2 = 23,88
Se è superiore a 30 l'indice segna l'obesità.
Sotto i 18,5 si è sottopeso
Da 18,5 a 24,99 si è di peso normale
da 25 a 29 si è in sovrappeso o pre-obesità
da 30 a 34,99 si è OBESI di I grado
da 35 a 39,99 si è OBESI di II grado
da 40 in poi OBESI di III grado
Non stupitevi del fatto che secondo queste tabelle i soggetti obesi sono molti di più di quelli che possiamo pensare e molti facendo il calcolo potranno scoprirsi fuori forma o addirittura obesi!
Ad esempio una signora, come ce ne sono molte, che pesi 78 Kg e sia alta 1,60 ha un BMI di 30,46 e risulta quindi OBESA di I classe.
Molto importante è spiegare che il problema della obesità risulta importante nell'ammalarsi.
L'obesità è fortemente correlata alla possibilità di ammalarsi, come detto all'inizio di malattie gravi. Il fatto poi che i pazienti obesi reagiscano meglio agli infarti non significa che questo costituisca un alibi per ingrassare.
Indice di massa corporea (BMI) e forma fisica
La cosa che emerge dallo studio inglese è anche la importante correlazione fra BMI (indice di massa corporea) e forma fisica.
L'esercizio fisico e il training cardio-respiratorio sembrano avere importanti implicazioni per i pazienti sovrappeso ed obesi.
Ci sono fortissime evidenze che l'allenamento modifica la relazione fra obesità e malattie cardiovascolari. Molti studi riportano che i pazienti obesi che fanno attività raggiungono l'età avanzata meglio degli altri con meno eventi cardiovascolari maggiori.
Promuovere l'attività fisica
Risulta allora molto importante promuovere l'attività fisica fra i pazienti sovrappeso e obesi. Dai 30 ai 60 minuti di moderata attività aerobica, ad esempio di camminata veloce (da 6 km/h in su), almeno 5 volte a settimana ma meglio se 7 volte.
Molto importante anche ricordare che prima di intraprendere un qualunque programma di allenamento è bene stratificare il rischio personale. Ovvero ogni persona, obesa o no, prima di iniziare un programma di allenamento sarebbe meglio facesse una serie di esami, come una fotografia del proprio stato iniziale, per determinare quali rischi corre e quali esercizi sono adatti per lui o lei. Inoltre potrà confrontare nel tempo se ci saranno peggioramenti dello stato di salute ed adeguare i piani di allenamento negli anni, con l'avanzare dell'età.