Un caffè fatto con il cuore...

Questo Blog comincia con un post sulla relazione tra caffè e cuore, per simpatia o per l'abitudine tanto italiana di cominciare la giornata con un buon caffè.

Ma il caffè fa male al cuore?

La domanda corretta è se la caffeina faccia male o meno al cuore, quindi spieghiamo subito che il caffè decaffeinato può essere bevuto dai pazienti cardiopatici senza problemi.

Spesso quando un paziente domanda se può bere qualche caffè la risposta dei medici è negativa, ma senza una precisa spiegazione. Come tutte le cose bisogna conoscerle bene e applicarle al singolo individuo.

Cos'è la Caffeina?

La caffeina, o 1-3-7 trimetil-xantina, è il principale alcaloide contenuto nei chicchi di caffè.

PRO

La caffeina stimola il sistema nervoso centrale, aumenta il rendimento cerebrale, migliora i tempi di reazione e accresce le capacità muscolari allo sforzo. La caffeina ha inoltre un blando effetto diuretico.

Stimola anche il centro cardiaco e quello del respiro per cui, a differenza di quanto molti ritengono, risulta benefico alla maggior parte dei malati di cuore.

CONTRO

Le controindicazioni sono costituite dal nervosismo, dalle distonie neurovegetative, dall’ipertiroidismo, dall’ulcera gastrica, dal reflusso gastro-esofageo, dalle affezioni delle vie biliari edalla gotta. Infatti bere molto caffè può portare bruciori di stomaco.

In una tazzina di caffè troviamo non più di 0,10grammi di caffeina, una quantità priva di effetti apprezzabili.

Ricordiamo però che la caffeina non si trova solo nel caffè! Molte bevande in commercio e molti prodotti alimentari hanno un contenuto più o meno alto di caffeina. Quindi le dosi poi si sommano e così anche gli effetti aumentano.

I pregiudizi sono, invece, ancora numerosi nonostante che i trattati di farmacologia elenchino numerose azioni benefiche del caffè e quasi non parlino di effetti tossici.

Perchè il caffè esplichi effetti sfavorevoli, tachicardia, nervosismo, agitazione, nausea, insonnia, tremori, se ne devono assumere quantità eccessive.

Proprio queste quantità vanno però parametrate su ogni individuo. La sensibilità individuuale va quindi sempre rispettata.

Questa sensibilità varia da persona a persona ma anche nei vari momenti della vita. Ci sono ad esempio persone che bevevano 8-10 caffè die a 40 anni senza effetti strani, che si ritrovano ad essere sensibili a due o tre caffè al giorno sulla soglia dei 70 anni. Questo perchè l'organismo cambia. Le vie elettriche del cuore invecchiano, si sensibilizzano, ed in caso di aritmie ci si deve ritrovare spesso ad eliminare il caffè dalla dieta.

Il caffè ha effetti sul battito?

Certo che ha effetto sul battito, ovviamente con effetto dose dipendente. Dosi elevate di caffè possono talvolta provocare cardiopalmo, tachicardia ed extrasistolia, ma nessun tipo di cardiopatia organica è causato dal caffè. La caffeina provoca tachicardia, cioè una accelerazione del battito, spesso fastidiosa. Talvolta può scatenare aritmie ed extrasistoli, ovvero qualche pausa nei battiti seguita da un battito in più oltre a quelli normali. Bevendo molta acqua e sospendendo la caffeina il problema potrebbe migliorare o risolversi. Va però chiarito che il caffè potrebbe solo evidenziare un problema e non esserne la causa, e bisogna sempre pensare che ci sia una possibile alterazione delle vie elettriche cardiache alla base del problema e quindi sarebbe opportuno segnalare sempre al proprio medico questi effetti negativi della caffeina.

Il caffè ha effetti sulla pressione?

Certamente la caffeina contribuisce ad aumentare la pressione sanguigna. Spesso per aiutare un paziente che soffre di bassa pressione viene consigliato di assumere un caffè forte.

Quindi chi soffre di pressione alta non può bere caffè?

Di sicuro può bere il caffè decaffeinato, rinunciando agli effetti della caffeina ma mantenendo il gusto della bevanda tanto amata. Se però si vuole il caffè "vero" e si soffre di pressione alta bisogna limitarsi a due, massimo tre tazzine al giorno, sempre che anche questa quantità non provochi aumento dei battiti o extrasistoli. Inoltre se siamo già persone molto ansiose sarebbe meglio limitare il consumo di caffeina, poichè porta uno stato di tensione di fondo su cui poi si inseriscono le vicissitudini della vita quotidiana, gli stress del lavoro, etc.. e il tutto porta poi a irrigidire le arterie e aumentare i valori di pressione.

Fumo e caffè... una brutta coppia!

Dopo il caffè... una sigaretta! Questa è una pessima abitudine, non solo per il fatto che fumare fa male al cuore, alle arterie ed a tutto l'organismo. Del fumo parlero più avanti, ma qui basti solo ricordare che la caffeina basta da sola come sostanza stimolante, quando unita ad altre come la nicotina o altre sostanze gli effetti possono essere molto aumentati.

Bere troppi caffè può portare all'infarto?

Un lungo studio epidemiologico ha escluso qualunque rapporto fra consumo di caffè e incidenza delle coronaropatie.

Il sospetto era stato originato dalla constatazione che il consumo continuativo di caffè poteva talvolta influenzare la composizione dei grassi del sangue, in particolare dei trigliceridi. Queste modificazioni sono però risultate di scarsa rilevanza e, secondo alcuni cardiologi che si sono interessati al problema, sarebbero da attribuire allo zucchero piuttosto che al caffè.

Quantità moderate di caffè possono essere tranquillamente consumate anche da coloro che soffrono di aterosclerosi o di malattie delle coronarie a condizione che non provochino tachicardia o extrasistoli.

Il caffè fa dimagrire?

L’azione stimolante del caffè si fa risentire anche sul metabolismo basale che risulta lievemente più elevato nei consumatori abituali, per cui, a buon diritto, il caffè che è praticamente privo di calorie, ovviamente senza zucchero, può essere consigliato alle persone in sovrappeso che mirano a perdere qualche chilo.

Non va dimenticato che se tre caffè al giorno possono essere consentiti a tutti, tre cucchiai di zucchero no!

Il caffè non fa dormire?

L’insonnia da caffè è assai incostante, in gran parte legata a condizioni individuali, se non a suggestione.

Esistono individui che dormono meglio dopo aver bevuto un caffè alla sera. In coloro che lamentano stati depressivi, l’effetto euforizzante del caffè può influenzare beneficamente la cenestesi a favorire così il sonno.

Le azioni della caffeina a livello del sistema nervoso centrale si riflettono infatti direttamente sull’umore. Alcuni psicologi e antropologi sostengono che il caffè ha utilmente contribuito al miglioramento dei rapporti sociali.

In conclusione

Se ci piace il caffè e ci tira su, prendiamo tranquillamente due o tre tazzine di caffè al giorno, ma impariamo anche ad ascoltare il nostro corpo e a capire, magari con l'aiuto del medico, quando è necessario ridurre o eliminare il caffè.

Giampaolo Zoffoli